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STARTRAIL TUTORIAL: Come Realizzare Fotografie delle Scie delle Stelle

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Lo STARTRAIL è un tipo di fotografia in cui immortaliamo sul sensore il moto di rotazione terrestre, e quindi la macchina fotografica essendo solidale alla terra registrerà questo movimento tramite la cosiddetta “strisciata” delle stelle. Viene subito da pensare, guardando queste fotografie, che sono le stelle a muoversi, in realtà le stelle sono fisse ed è la terra a muoversi con il suo moto rotatorio attorno al proprio asse.

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Inoltre le stelle lasciano una traccia circolare attorno ad un punto che sembra quasi fisso: è la STELLA POLARE. Infatti l’asse di rotazione terrestre passa all’incirca proprio in corrispondenza di questa stella, e che quindi nei nostri scatti ci sembrerà fissa, con le altre stelle che gli ruotano attorno. Questo succede solo se vi trovate a fotografare a nord dell’equatore, mentre a sud dell’equatore non vedrete la stella polare; se invece vi trovate all’equatore vedrete le stelle lasciare una strisciata dritta e parallela le une con le altre.

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Quindi, prima regola di questa tecnica fotografica, è di cercare nel cielo la stella polare e quindi il NORD. Per fare ciò potete aiutarvi con una bussola,con una mappa del cielo, oppure con software appositi, ad esempio Stellarium o Sky Maps.
Una volta trovata la stella polare, questa andrà necessariamente inclusa nella vostra inquadratura se volete dare ancora più spettacolarità al vostro scatto: solo così otterrete uno startrail circolare.

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Seconda regola, molto importante, è che vi rechiate in zone particolarmente buie per realizzare i vostri scatti. Dovete andare lontano dai centri abitati e in zone sgombre da fonti di illuminazione artificiali. Meglio sarebbe andare in montagna dove l’aria è anche meno umida e quindi è possibile immortalare una quantità di stelle maggiori rispetto a zone dove l’umidità crea una fastidiosa foschia, come zone vicino al mare o a laghi e corsi d’acqua.
Inoltre il cielo deve essere completamente libero da nuvole, anche sparse.

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Molti anni fa, quando ancora c’erano le macchine fotografiche analogiche, bastava fare una singola foto con tempo di esposizione di qualche ora, per ottenere subito impressionata sulla pellicola la strisciata delle stelle. Oggi con il digitale questo non è possibile; i sensori infatti potrebbero pericolosamente scaldarsi, ed inoltre il rumore creato da una esposizione così lunga non vi farebbe apprezzare la fotografia ottenuta. Meglio quindi realizzare una sequenza di immagini a lunga esposizione, di durata ognuna di circa 30 secondi, e poi andarle a “fondere” in un’unica fotografia utilizzando Photoshop oppure altri programmi appositi tipo: STARTRAILS.DE oppure StarStaX (disponibile per Mac)

Abbiamo così bypassato il problema del digitale, andando a spezzare un’esposizione lunghissima in tante esposizioni più brevi.

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ATTREZZATURA CONSIGLIATA:

Primo attrezzo necessario per realizzare gli startrail è il treppiede, meglio se solido e di buona fattura. La macchina fotografica infatti, durante tutta l’esposizione, non deve assolutamente muoversi e quindi un buon treppiede stabile ci assicura che la macchina resterà immobile anche se c’è vento e anche se siamo su un terreno impervio, situazione tipica di questa tecnica fotografica.
Altro accessorio indispensabile per gli STARTRAIL è il telecomando di scatto remoto, del tipo a filo e con blocco del pulsante di scatto (vedremo più avanti perché). Se la vostra macchina fotografica ha un intervallometro integrato allora non c’è bisogno del telecomando, ed inoltre se avete una DSLR Canon potete installarcelo voi con MAGIC LANTERN.

Esempi di TELECOMANDO DI SCATTO REMOTO

 

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COMPOSIZIONE E MESSA A FUOCO:

Una volta individuata nel cielo la stella polare, e quindi il NORD, questa va posizionata nell’inquadratura. Quindi per prima cosa piazzate la macchina fotografica sul treppiede, assicuratevi che sia ben stretta sull’attacco, e poi componete l’inquadratura includendo, oltre alla stella polare, anche oggetti terrestri fissi come montagne o alberi per accentuare l’idea del movimento delle stelle.
Non includere fonti di luce dirette nella foto perché la lunga esposizione le farebbe sicuramente prevalere sulla luce delle stelle. La stessa cosa vale per la Luna che, anche se pallida, è molto più luminosa delle stelle, soprattutto in una lunga esposizione.
A proposito della Luna, questo satellite può infastidire molto il risultato delle fotografie poiché la sua forte luce, specialmente nelle fasi di Luna piena, può mascherare la luce delle stelle che quindi saranno poco visibili in fotografia; quindi o scattate quando la Luna non c’è oppure posizionate l’inquadratura in modo tale che la Luna sia lontana e quindi non visibile, calcolando opportunamente la sua traiettoria in modo tale che questa, durante la nostra lunga esposizione, risulti sempre non visibile dalla nostra fotocamera e quindi non entri nella composizione.

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ESEMPIO di foto con Luna che entra nell’inquadratura creando un fastidioso effetto

Fonti di luci lontane, invece, come ad esempio quelle prodotte da una città possono contribuire positivamente al risultato finale.
La messa a fuoco automatica deve essere disattivata e aiutandoci con il Live View e la funzione di ingrandimento del display, prendiamo come riferimento una stella nel cielo che sia particolarmente brillante e ruotiamo la ghiera della messa a fuoco finché questa non sarà perfettamente nitida nello schermo. Dedicate un po’ di tempo a questa operazione perché se sbagliate la messa a fuoco il risultato sarà pessimo e butterete via tutta la sequenza di scatti.

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IMPOSTAZIONI CONSIGLIATE:

Le impostazioni dipendono dal luogo in cui scattate, se è presente tanto o poco inquinamento luminoso.
Innanzitutto dovete impostare sulla vostra macchina fotografica la modalità di scatto continuo, quella che si usa per le foto sportive, ed in Manuale impostare un tempo di 30 secondi. Imposterete poi un valore ISO 200 in condizioni di basso inquinamento luminoso (quindi con stelle maggiormente visibili), salendo al massimo fino a 400 e non oltre in condizioni di inquinamento luminoso più accentuato e quindi con stelle meno visibili ad occhio nudo. Attenzione a non usare valori iso più alti poiché questi potrebbero dar luogo a un fastidioso rumore digitale, che si accentua tanto più l’esposizione sarà lunga.
Per quanto riguarda il diaframma è necessario usare un’apertura mediamente aperte (sono ottimali i valori compresi tra f4 e f5.6) perché essa permette di catturare una maggiore quantità di luce; molto dipende dalle condizioni di inquinamento luminoso del sito in cui vi trovate a scattare. Siccome le stelle sono dei punti molto piccoli nel cielo, aperture troppo chiuse non danno il tempo alla fotocamera di catturare abbastanza luce e portano, quindi, a ottenere foto in cui le stelle sono molto deboli o addirittura invisibili.
Comunque, la profondità di campo non ne risentirà in nessun caso: se usi una lunghezza focale corta, anche con apertura molto ampia la profondità di campo risulta elevata e in ogni caso, le stelle sono così lontane da appartenere approssimativamente tutte allo stesso piano focale e quindi risultano tutte a fuoco anche con un diaframma molto aperto. Potete inoltre usare anche vecchi obiettivi manuali poiché in questo tipo di foto non è necessaria la messa a fuoco automatica.

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Disattivate inoltre la funzione di riduzione rumore di default presente sulla maggiorparte delle macchine fotografiche, poiché potrebbe dar luogo ad un ritardo tra uno scatto e l’altro e quindi, una volta che le fotografie saranno unite, la strisciata non sarà continua ma tratteggiata.

Inoltre è sempre meglio scattare in formato RAW in modo da avere in fase di postproduzione un controllo maggiore della fotografia; controllate quindi che la vostra memory card abbia capienza sufficiente per un minimo di 120 fotografie relative ad un tempo complessivo di scatto di un’ora. Inoltre scattando in RAW non dovete nemmeno preoccuparvi del bilanciamento del bianco, che può essere lasciato in automatico intervenendo poi successivamente in fase di postproduzione, applicando l’eventuale correzione a tutta la sequenza di immagini.

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LA PROCEDURA

A questo punto siete pronti per realizzare il vostro STARTRAIL, assicuratevi quindi che tutto sia configurato a dovere e che il treppiede non possa muoversi; dopodiché premete il pulsante sul telecomando di scatto e bloccatelo in posizione di scatto continua, in questo modo la macchina realizzerà fotografie continue da 30 secondi in successione fino a che non riporterete il pulsante di scatto in posizione di riposo, e la macchina effettuerà l’ultima foto e poi si fermerà. (se avete un intervallometro impostate un ritardo tra uno scatto e l’altro di zero secondi, e la macchina scatterà in modo continuo).

Se vuoi creare scie di luce molto lunghe, o cerchi completi, potrebbero servirti esposizioni molto lunghe, anche della durata di ore; mediamente per apprezzare un minimo la fotografia il tempo totale dovrà essere di un’ora (quindi 120 fotografie da 30 secondi l’una).
Solitamente i miei STARTRAIL hanno una durata minima di due ore, durante i quali come già detto la macchina non deve assolutamente muoversi; se dovesse accidentalmente muoversi allora dovrete riniziare da capo.

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ELABORAZIONE:

L’ultimo passaggio, in questo caso necessario, richiede di usare il computer.

La procedura da seguire in inglese è detta stacking, che potremmo tradurre con “impilamento”. Si tratta di prendere tutti gli scatti realizzati, posizionarli uno sopra l’altro e fonderli. Fondendo opportunamente il movimento delle stelle, in origine spezzettato nelle singole immagini, si comporrà senza interruzioni.

Questa procedura può essere fatta a mano, in Photoshop, importando ciascuna foto in un livello e fondendole con l’opportuno metodo di fusione.
Di seguito il video tutorial su come fare questa procedura in pochi minuti:

Non allarmatevi se, oltre alla striscia delle stelle, vi appariranno anche altre linee che non seguono il verso dello startrail; queste infatti saranno strisciate lasciate da aerei (riconoscibili dalla linea tratteggiata) oppure da satelliti (riconoscibili dalla linea continua) e non mancheranno nemmeno asteroidi che impattano nell’atmosfera (specialmente in piena estate sarà molto visibile il fenomeno elle sciame meteorico delle PERSEIDI) e inoltre potrete immortalare anche gli IRIDIUM FLARES ossia i riflessi causati dalle antenne dei satelliti per telecomunicazioni IRIDIUM che lasciano un flash di luce molto particolare e che contribuirà a rendere ancora più spettacolare il risultato finale.

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